Come funziona il rapporto tra epigenetica e DNA?
Ogni cellula è come una piccola fabbrica che lavora ininterrottamente per produrre tutto ciò di cui il nostro corpo ha bisogno, e per governare le reazioni biochimiche e i processi che avvengono al suo interno. Tutto grazie alle proteine, che sono i “mattoni” strutturali delle cellule e regolano il funzionamento dell’intero organismo. Le proteine sono costituite da una lunga catena di aminoacidi, la cui sequenza è dettata dai geni (le unità di DNA che ereditiamo dai nostri genitori) che ne determinano forma e funzione.
Come funziona il rapporto tra epigenetica e DNA?
Il DNA, però, non è immune agli stimoli e agli “attacchi” provenienti dall’ambiente: inquinamento, radiazioni ionizzanti, virus, batteri, per citare alcuni fattori, possono causare alterazioni che portano a reazioni biochimiche “difettose”: micro-danni che si accumulano con il passare degli anni, dando luogo ai processi degenerativi tipici delle patologie dell’invecchiamento.
L’invecchiamento epigenetico è oggi considerato alla base di tutti gli squilibri che portano alla perdita graduale del capitale-longevità

Il nostro organismo possiede notevoli capacità di auto-riparazione del DNA e di adattamento, e questo grazie soprattutto ai meccanismi epigenetici. È quando questi smettono di funzionare che si parla di invecchiamento epigenetico, oggi considerato alla base di tutti gli squilibri che portano alla perdita graduale del “capitale-longevità” (o riserva fisiologica) con cui nasciamo e che rappresenta il nostro potenziale di vivere in buona salute a lungo.
Tanti meccanismi di invecchiamento
Finora sono stati identificati 9 meccanismi chiave (hallmarks) dell’invecchiamento e l’epigenetica ha un ruolo di primo piano. All’invecchiamento epigenetico, infatti, sono strettamente correlati tutti gli altri “tipi” di invecchiamento, come l’invecchiamento metabolico, immunitario e cognitivo, a seconda del sistema che consideriamo. Si è anche visto che basta migliorare soltanto uno dei 9 meccanismi, affinché tutti gli altri migliorino.
DNA vs epigenetica: cosa conta di più?
Sono state identificate delle varianti geniche (o polimorfismi, cioè geni che differiscono per una singola lettera nella sequenza del DNA all’interno di una popolazione) che possono accelerare o rallentare l’invecchiamento.
Essere portatori di una variante genica che accelera l’invecchiamento non è necessariamente una brutta notizia
La comprensione dei meccanismi epigenetici ha però chiarito che essere portatori di una variante sfavorevole non è necessariamente una brutta notizia, perché l’epigenetica può “limitare i danni”. E anche quando la variante è favorevole l’epigenetica continua a essere importante.

Le Blue Zone sono aree geografiche ben delimitate con alte percentuali di ultracentenari. Il punto di forza è certamente la continuità genetica della popolazione, ma il ruolo di specifiche abitudini, che riguardano l’alimentazione e l’attività fisica, e dell’ambiente appare preponderante.