Sempre più ricerche dimostrano inoltre che il resveratrolo può migliorare il funzionamento dei mitocondri, gli organelli cellulari in cui viene prodotto l’Atp (il carburante utilizzato dalle cellule). Questo effetto deriva principalmente dalla capacità del resveratrolo di modulare l’attivazione delle sirtuine, proteine essenziali per il funzionamento dei mitocondri, e si ritiene che in questo modo la sostanza sia in grado di aumentare l’attività di questi organelli cellulari, contrastando l’insorgenza di disturbi come diabete e obesità, e contribuendo così a migliorare la salute nella terza età.

Il resveratrolo sembra regolare la morte cellulare, migliorando la memoria e le abilità cognitive
Per finire, il resveratrolo sembra capace di regolare l’apoptosi, cioè il processo di morte programmata delle cellule. Un meccanismo fondamentale per eliminare le cellule vecchie o danneggiate, che però può risultare dannoso quando viene attivato in cellule sane, come può accadere nel caso di malattie neurodegenerative o altri disturbi. In questo modo, diminuendo ad esempio l’apoptosi nelle cellule neurali, si ritiene che il resveratrolo sia in grado di promuovere la memoria e le performance cognitive negli anziani.
Insieme al glutatione, al NAD+ e alla polidatina, il resveratrolo è una delle cosiddette “molecole della longevità” su cui si concentra la ricerca SoLongevity. Su questo sito potrete trovare un approfondimento dedicato a ciascuna molecola.