Una “mascherina biologica”?
Sembra frapporsi tra le proteine spike del coronavirus e i recettori ACE-2 sulle cellule umane, riducendo in tal modo le possibilità di infezione. Per questo la polidatina, una molecola già conosciuta e utilizzata in diversi integratori alimentari per le sue azioni antinfiammatorie e antiossidanti, è stata appellata “mascherina biologica”. Ma che cos’è la polidatina e quanto davvero può esserci utile?
Polidatina, un prezioso alleato
La polidatina è una molecola naturale che appartiene alla famiglia dei polifenoli. Può essere assunta anche attraverso l’alimentazione (è presente per esempio nell’uva e nelle arachidi), ma grazie alle sue proprietà è diventata un ingrediente alla base di molti integratori. La polidatina è considerata il precursore del resveratrolo, un’altra molecola naturale che migliora il funzionamento dei mitocondri (le centrali elettriche delle cellule), modulando l’azione delle sirtuine, le proteine codificate dai “geni della longevità”.
Polidatina e Covid, che relazione?
Per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, la polidatina è già utilizzata nella medicina integrata in ambito oncologico dove, insieme ad altre sostanze naturali, sembra dare vantaggi ai pazienti, mitigando tossicità e infiammazioni legati a chemio e radioterapia. Proprio nei malati oncologici in terapia integrata con polidatina, nonostante siano una categoria a rischio di infezioni per l’abbassamento delle difese immunitarie, gli esperti di Artoi (Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate) hanno notato una minor incidenza di Covid-19.
Approfondendo la questione, un team di ricercatori dell’Università Federico II di Napoli, del Cnr di Roma e Napoli e dell’Istituto Superiore di Sanità ha messo in luce come la polidatina interagisca sia con le proteine spike del coronavirus sia con i recettori ACE-2 delle cellule umane, ostacolando l’ingresso del virus nelle cellule (i risultati sono riportati in un articolo pubblicato sulla rivista Biomolecules). Da qui l’appellativo di “mascherina biologica”, anche se è necessario precisare che, ovviamente, non si tratta di un antivirale e che ulteriori studi sono necessari.