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Integratori Alimentari_1: ne abbiamo bisogno? Se sì, di quali e quanti?

Articolo di SoLongevity Research

Quanti si sono trovati, in farmacia o al supermercato o in erboristeria, davanti agli scaffali dedicati agli integratori alimentari pensando “quanti prodotti… come faccio a scegliere?”. La risposta a questa domanda non è affatto banale. Per arrivarci è fondamentale specificare che, contrariamente a quanto alcuni claim lasciano credere, non esiste un’integrazione alimentare universale, valida per tutti e per sempre

Cominciamo quindi oggi un piccolo viaggio nel complesso mondo dell’integrazione alimentare, cercando di stilare una sorta di guida: in ogni articolo affronteremo un tema diverso, accompagnandovi in un percorso che ha come obiettivo quello di spiegare le basi di questa affascinante scienza in continua evoluzione.   

Più che focalizzarci sulla scelta di questo o quel prodotto e prima ancora di chiedersi quali siano i migliori integratori alimentari in base alle nostre esigenze specifiche, quello che bisogna fare è prima di tutto interrogarsi e definire, anche con l’aiuto di professionisti, se davvero abbiamo di integrare la nostra alimentazione, quando ricorrere a degli integratori e in quale misura. 


Non esiste un’integrazione alimentare universale, valida per tutti e per sempre

Integratori alimentari, quando prenderli?

Bombardate dalle pubblicità, molte persone si convincono che assumendo, per esempio, più vitamine e minerali staranno meglio. Ma la maggior parte di noi assume già la giusta quantità di molti micronutrienti: aggiungere sostanze che già sono presenti in quantità sufficiente non dà un reale vantaggio all’organismo, che tenderà a eliminare il surplus. Assumere certi tipi di integratori vitaminici o di altri microelementi (ferro, calcio e anche vitamina C) in quantità eccessiva o per un tempo troppo lungo può addirittura avere degli effetti avversi. Alcuni elementi, inoltre, se combinati in modo sbagliato annullano i propri benefici. 

Inoltre, bisogna partire da una riflessione su stessi. Molto probabilmente quello di cui abbiamo bisogno in alcuni momenti della nostra vita non è di un singolo prodotto, ma di un piano bilanciato di integrazione alimentare. Che, va sottolineato, deve cambiare nel tempo perché noi cambiamo. Il consiglio, dunque, è quello di rivolgersi in primis al medico di base e poi a un professionista della nutrizione che, anche attraverso esami specifici, ci aiutino a identificare eventuali deficit alla luce della nostra età, del genere, dello stile alimentare, delle condizioni fisiche e di eventuali condizioni pre-patologiche o patologie. E, non in ultimo, dei nostri obiettivi

Integratori alimentari ed Età

Nel momento in cui si stende un piano di integrazione alimentare bisogna tener conto dell’età, perché questa può suggerire la necessità di un certo tipo di integrazione piuttosto che di un altro. I bambini piccoli e le donne in menopausa e gli anziani, per esempio, possono aver bisogno di aiuto per integrare la vitamina D. Parlando di integratori alimentari per anziani, ancora, bisogna tenere presente che esistono poi carenze tipiche dell’età avanzata, come la difficoltà a assorbire vitamina B12 o il fatto che il NAD (il Nicotinammide Adenina Dinucleotide, un coenzima che interviene in molte reazioni metaboliche ed è antiossidante, per cui protegge dall’azione nociva dei radicali liberi) si riduce di oltre il 40% tra i 40 e i 70 anni. Necessità, metabolismo, equilibrio ormonale cambiano con il passare del tempo: a ogni età il suo piano di integrazione alimentare, dunque, da modificare nel tempo.

Integratori alimentari e genere

Anche il genere di una persona influisce sulla stesura del piano di integrazione: maschi e femmine possono avere esigenze diverse per quantità e tipo di sostanze. Differenze che si accentuano quando sopraggiungono determinate condizioni fisiologiche, come la gravidanza o la menopausa.

Bisogna rivolgersi a professionisti della salute e della nutrizione per stendere un piano di integrazione alimentare che tenga conto dell’età, del genere, delle condizioni fisiche, di eventuali patologie e degli obiettivi

Integratori alimentari e condizione fisica

Il piano di integrazione alimentare deve tenere conto delle abitudini di vita (per esempio veganesimo e vegetarianesimo) e delle condizioni fisiche della persona (anche un’intolleranza alimentare può fare la differenza). Bisogna poi tenere presente se ci sono condizioni pre-patologiche su cui è possibile intervenire o patologie già conclamate. In quest’ultimo caso, la malattia stessa o i farmaci utilizzati possono influenzare la disponibilità dei nutrienti.

 

Integratori alimentari ed obiettivi individuali

Tracciato il profilo della persona, l’altro grande fattore da cui dipende la stesura di un buon piano di integrazione alimentare è definire i suoi obiettivi, e cioè rispondere alla domanda “che cosa voglio ottenere?”. Dal miglioramento delle performance cognitive in un momento di particolare affaticamento o in vista di un periodo di lavoro intenso, oppure che aiuti il recupero nel post-Covid, dal momento che molte persone sperimentano deficit cognitivi per diversi mesi dopo la malattia. 

Ancora, il nostro obiettivo può essere quello di assumere integratori alimentari sportivi energizzanti per aumentare le nostre performance sportive, magari per rallentare la perdita di massa muscolare tipica dell’età. Oppure assumere integratori per ritardare gli effetti del tempo sulla pelle, aumentare le difese immunitarie, contrastare l’infiammazione, e così via. In base alla risposta si procederà con la scelta dei prodotti e dei dosaggi coerenti allo scopo. 

 

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