La lunghezza dei telomeri come indice di salute
I telomeri sono piccole porzioni di Dna poste alle estremità dei cromosomi. Sono un po’ come degli indicatori dell’età della cellula (sebbene non siano precisi come orologi biologici): ogni volta che una cellula si divide, infatti, questi si accorciano, fino al punto in cui, quando sono troppo consumati, la cellula non si duplica più e, danneggiata, entra in una fase definita senescenza. Già da tempo sappiamo (Nature Cell Biology) che la riduzione della lunghezza di questi componenti è associata a numerose malattie proprie dell’invecchiamento, dai tumori all’osteoartrite, fino al maggior rischio di alcune infezioni.
Telomeri più corti, sale il rischio
I risultati statistici, spalmati sull’intero campione, indicano che al diminuire della lunghezza dei telomeri cresce in maniera significativa la mortalità per Covid. Analizzando il fenomeno in maniera stratificata, ovvero considerando soltanto alcune categorie di partecipanti, ci si accorge che l’effetto rilevato riguarda quasi soltanto le donne e, fra queste, soprattutto quelle con più di 65 anni – la maggioranza, dato che l’età media del campione complessivo è circa 68 anni.
Nelle pazienti con telomeri più lunghi – dunque con invecchiamento cellulare minore rispetto alle altre – il rischio di morire entro un mese è risultato più basso del 70%, e del 76% di morire entro 3 mesi. Considerando solamente le partecipanti con più di 65 anni, il rischio risulta minore circa dell’80%. Al contrario, negli uomini non si rileva un’associazione significativa fra telomeri e gravità del Covid.